Quando l’amicizia diventa un romanzo: benvenuti nell’era di Sbook

Quando l’amicizia diventa un romanzo: benvenuti nell’era di Sbook
Photo by Priscilla Du Preez 🇨🇦 / Unsplash

Vi siete mai chiesti come sarebbe Tinder se invece di cuori alla ricerca dell’amore cercaste nuovi amici? È la promessa allettante delle app “anti-solitudine”: match a valanga, swipe e “mi piace” che fioccano… peccato che spesso finiscano in chat ghostate e serate una tantum che evaporano nel nulla.

C’è chi vi propone una cena perfetta, bilanciata tra timidi ed estroversi (Timeleft); chi sfrutta la stessa logica di swipe di Bumble, ma per trovare il compagno di aperitivo ideale (Bumble For Friends); chi vi invita a tavolate sociali a tema — dal calcio all’uncinetto, dal beatbox alle chiacchiere libere (Tablo); chi trasforma workshop e aperitivi in potenziali fucine di nuove conoscenze (Meetup, ComeHome).

Perché, improvvisamente, queste app sono spuntate come funghi? La risposta è scritta nei nostri ritmi: orari che non combaciano, amici che si sposano o fanno figli, smart working che ci isola. E poi c’è la paura di esporsi: provare a incontrare persone nuove fa tremare le ginocchia, ma un’app ci mette al riparo—almeno finché qualcuno non decide di sparire col solito “ghosting” digitale.

Eppure, come racconta Luca da Milano, dopo qualche serata “già vista e rivista” il sapore è sempre lo stesso: “Mi serviva qualcosa di più autentico, non un singolo evento.” È qui che entra in gioco Sbook: ma di questo parleremo tra poco…

Noi non vogliamo limitarci a criticare le solite app “da parcheggio amicale”: quelle che ti lanciano in una serata unica e poi ti lasciano solo con un push notification. Da Sbook guardiamo a questi meccanismi e ci chiediamo: “Tutto qui? E poi cosa succede, se il match funziona?”.

Immagina un’esperienza che non si esaurisce in un singolo evento, ma si trasforma in un percorso: a ogni tappa scopri un dettaglio nuovo, a ogni chiacchiera si aggiunge un capitolo alla vostra storia condivisa. Non è solo una questione di “portarti fuori di casa” o di “metterti in contatto”: è dare a quella connessione un tempo fatto di attesa, di curiosità e di ritorni — perché, diciamolo, l’amicizia è un romanzo che scriviamo insieme, non un selfie da commentare.

Le app commerciali ti portano a un evento, un aperitivo, una cena. Ma poi? Basta un attimo di imbarazzo — “Ci rivediamo?” — e spesso finisce lì. Su Sbook, invece, il rituale è il nostro asso nella manica: incontrarsi di nuovo diventa quasi un’abitudine, non un’impresa epica.

Alla fine ti sorprendi a pensare: ‘Con questi nuovi amici potrei parlare di quel finale inaspettato per ore… e continuare a farlo in chat fino all’alba!’”

Un semplice match è solo l’inizio, ma è l’abitudine condivisa — la lettura, la scrittura, il chiacchiericcio tra un capitolo e l’altro — a trasformare il “forse ci rivediamo” in un solido “ci vediamo di nuovo, quando vuoi”.

Sbook non è un’app in più sul telefono: è un invito a tornare — insieme — nel mondo reale. A ritrovarsi, a ridere, a condividere il piacere della scoperta letteraria. E a continuare a farlo, di nuovo e di nuovo.

Presto ti racconteremo come trasformiamo questa visione in pratica: un’esperienza in cui non è il profilo a prendere il sopravvento, ma il piacere di ritrovarsi, pagina dopo pagina, incontro dopo incontro. E fidati: una volta che avrai assaggiato la nostra formula, non guarderai più al semplice swipe con gli stessi occhi.

Se anche tu senti che il solito “swipe right” non basta, preparati a scoprire qualcosa che va oltre il matching: un percorso in cui ogni pagina letta è un passo verso nuove amicizie, e ogni incontro è l’inizio di un capitolo tutto da scrivere.

Pronto a unirti a noi? Il prossimo capitolo ti aspetta…

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