Quando leggere cambia il modo in cui parli

Quando leggere cambia il modo in cui parli
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Ero al bar con il mio socio, a parlare di lettura e di SbooK. Tra un caffè e l’altro ci siamo accorti di qualcosa di strano: ogni giorno discorriamo, condividiamo idee… eppure il nostro vocabolario sembra essersi ridotto. Le conversazioni sono diventate più brevi, meno articolate, spesso sugli stessi temi e con le stesse parole.

Questa riflessione ci ha colpiti ancora di più quando l’abbiamo riportata al mondo dei libri. Con SbooK vediamo libri ogni giorno: li cataloghiamo, li sfogliamo, eppure abbiamo notato che, con il passare del tempo, anche la lingua dei libri sembra essersi “assottigliata”. I temi si ripetono e i termini utilizzati, sia dai traduttori che dagli autori italiani, tendono a essere sempre gli stessi. Quasi nessuno torna a un linguaggio più ricco, più sfumato, più letterario.

Riflettendo insieme, ci siamo accorti che la comunicazione odierna contribuisce a questo impoverimento. Una volta, per comunicare, si scrivevano lunghe lettere che impiegavano giorni o settimane a raggiungere il destinatario. Ogni parola era scelta con cura, ogni frase ponderata. Scrivere era un’arte, un modo per esprimere pensieri profondi e articolati.

Oggi, con messaggi istantanei e social media, la comunicazione è frammentata e veloce. Brevi messaggi, abbreviazioni e emoji hanno sostituito parole scelte con attenzione. La velocità di risposta è più importante della qualità del contenuto, e spesso ci limitiamo a scrivere ciò che sappiamo che verrà recepito subito, senza riflettere troppo sul significato più ampio delle parole. Questo porta a discorsi più brevi, a un vocabolario ridotto e a un uso sempre più limitato di termini ricercati o letterari.

Negli ultimi anni, varie ricerche condotte tra il 2015 e il 2022 hanno evidenziato un legame chiaro tra lettura e sviluppo del linguaggio. Gli studi mostrano che gli adolescenti che leggono regolarmente, soprattutto libri di generi diversi, sviluppano un vocabolario più ampio e sono capaci di formulare frasi più complesse. La lettura abituale aiuta a comprendere concetti più articolati e aumenta la memoria lessicale, migliorando anche la capacità di argomentare e sostenere opinioni.

Inoltre, chi legge di più tende a esprimersi meglio nella vita quotidiana: le conversazioni diventano più ricche, meno ripetitive, più sfumate. Anche leggere libri tradotti o testi complessi stimola il cervello a fare collegamenti e a imparare parole che non si incontrano spesso, se non nei contesti letterari. In poche parole: leggere non è solo un passatempo, è un vero allenamento per la mente e per la lingua.

Per riportare il piacere di un linguaggio più ricco, vogliamo condividere tre parole che si possono riscoprire tra le pagine dei libri:

  1. Ineffabile – Qualcosa di talmente grande o intenso da non poter essere espresso a parole.
    Esempio: "La bellezza del tramonto era ineffabile, impossibile da descrivere."
  2. Arcano – Misterioso, segreto, difficile da comprendere.
    Esempio: "Il vecchio libro conteneva arcani segreti, custoditi gelosamente nel tempo."
  3. Arioso – Leggero, ampio, pieno di aria; usato per descrivere stanze, paesaggi o scritture “aperte”.
    Esempio: "La sala da musica era ariosa, con grandi finestre che lasciavano entrare la luce del mattino."

Queste parole, così ricche e precise, sono spesso assenti dalla conversazione quotidiana, ma leggere libri ci permette di riscoprirle e di farle tornare nella nostra vita di tutti i giorni.

Leggere non è solo un piacere personale: è un mezzo potente per arricchire il nostro vocabolario e la nostra capacità di espressione. In un mondo dove la comunicazione è sempre più veloce e superficiale, tornare a leggere libri (soprattutto quelli che ci sfidano e ci fanno riflettere) è un atto di resistenza culturale. Non solo per il piacere di una storia, ma anche per tornare a parlare con le parole giuste.