Tra economia circolare e legami reali

Tra economia circolare e legami reali
Incontri della lettura

Immagina di avere tra le mani un romanzo che hai già letto, un saggio pieno di sottolineature, una raccolta di racconti che non ti rispecchia più. Che fine farà? Lo lasci impolverare sullo scaffale, lo infili in una scatola in attesa di un trasloco o lo riporti in libreria per regalargli una seconda vita?

È proprio questa l’idea alla base della nuova iniziativa lanciata da Mondadori Store, in collaborazione con Zeercle, una startup che si occupa di riacquisto di libri a livello europeo. Oggi, in oltre trecento librerie Mondadori, è possibile consegnare i propri libri usati – con l’eccezione dei testi scolastici – e ricevere in cambio una gift card corrispondente al loro valore, da spendere in libreria o online.

Una proposta semplice e concreta, che ha subito catturato la nostra attenzione perché tocca un tema che sentiamo vicino: ridare dignità e valore ai libri dimenticati. Ma soprattutto ci ha spinti a porci una domanda: quando parliamo di valore, intendiamo davvero solo quello economico?

Il progetto di Mondadori è senza dubbio utile. Impedisce che i libri diventino rifiuti, li rimette in circolo attraverso un meccanismo tracciato e sicuro, e rappresenta un tassello importante all’interno dell’economia circolare, quel modello virtuoso che punta a ridurre gli sprechi e a incoraggiare stili di vita più sostenibili. Eppure, mentre leggevamo la notizia, abbiamo cominciato a chiederci se il prezzo di copertina o il credito in gift card siano davvero l’unico modo per misurare il valore di un libro. Forse, a ben guardare, una storia che passa di mano in mano ha la capacità di generare qualcosa di diverso: incontri, scambi, relazioni inattese.

È proprio qui che entra in gioco la visione di SbooK. Per noi, la seconda vita dei libri non si esaurisce in una transazione economica, ma si manifesta come un gesto collettivo. Lasciare un volume in una delle nostre box non significa soltanto liberare spazio in casa: è un atto di condivisione, quasi un messaggio lasciato al mondo. È come dire: “Questa storia ha lasciato qualcosa in me, forse può farlo anche con te.” In questo passaggio, il libro smette di essere solo un oggetto e diventa un ponte.

Il valore che si riceve in cambio non è materiale, ma intangibile e duraturo. È l’occasione di conoscere un altro lettore, di scambiare due parole davanti a una copertina trovata per strada, di costruire abitudini culturali che non si consumano nell’arco di un acquisto, ma si sedimentano nel tempo. La cultura torna così a essere pratica comunitaria, esperienza condivisa, e non soltanto consumo individuale.

Non si tratta di contrapporre i due modelli. Quello proposto da Zeercle è valido e dimostra che esiste un mercato vivo per i libri usati, capace di incentivare comportamenti più sostenibili. Ma la visione di SbooK procede su un binario parallelo e complementare: non ci limitiamo a rimettere in circolo libri, proviamo a costruire legami attorno ad essi. Ogni storia donata, infatti, porta con sé la possibilità di diventare parte di un’esperienza più ampia, di generare un incontro, di dare avvio a una nuova conversazione o persino a un progetto condiviso.

In questo senso, SbooK vive di gesti gratuiti e disinteressati, non di sconti o punti fedeltà. È proprio questa gratuità a renderlo potente: dal dono nasce appartenenza, dalla condivisione scaturiscono curiosità e comunità. Un libro usato, per noi, non è mai un oggetto da monetizzare, ma una storia da rilanciare, capace di intrecciarsi con nuove vite e nuovi occhi.

E tu? Cosa farai del prossimo libro che hai finito di leggere? Se vuoi contribuire a un movimento che non si limita a consumare cultura ma la fa circolare, passo dopo passo, unisciti a SbooK. Perché il prossimo capitolo possiamo scriverlo insieme.